RAB IMOLA

HOME > CRONOLOGIA PROGETTO DELLA CENTRALE HERA CHI E' IL RAB LA TARIFFA DEL TELERISCALDAMENTO IL RAB VISITA
IL CANTIERE
FAQ
DOMANDE PIU' FREQUENTI
Frequently Asked Questions

R.A.B. di Imola:
Che cos'è la centrale?
Che cos'è la cogenerazione? 
Che cosa sono le centraline di monitoraggio della qualità dell'aria?
Quanta acqua consumerà la centrale di cogenerazione di Imola?
Che cosa sono gli NOx?
Che cos'è il CO?
Che cosa sono il PM 10 e il PM 2,5?

Che cos'è il Rab? torna su
E’ un Consiglio Consultivo della comunità locale ( Residential Advisory Board – R.A.B. ) cioè una forma organizzata di consultazione che permette ai cittadini residenti di discutere con le imprese in merito agli argomenti che possono loro interessare in quanto “vicini” ad impianti che possono generare Impatti  Ambientali o situazioni di rischio.
Il Rab di Imola è un organismo eletto dai cittadini di Imola con lo scopo di facilitare l’informazione e la comunicazione tra i cittadini, l’Amministrazione Comunale e il Gruppo Hera in merito agli impatti sull’Ambiente, sulla Salute e sulla qualità della vita derivanti dalla costruzione, dalla attività e dalla gestione dell’impianto di Cogenerazione di via Casalegno.

 Da dove nasce il Rab di Imola?torna su
Il RAB è praticamente nato dal precedente “ Tavolo Tecnico”. Il “Tavolo Tecnico” era composto da cittadini provenienti dalla esperienza dei Forum e dei Comitati che, insieme ai tecnici di Hera e ARPA, hanno svolto un positivo lavoro di miglioramento del progetto della Centrale di Cogenerazione, proponendo soluzioni atte a ridurne l’impatto ambientale.

Da chi è composto il Rab? torna su
Il RAB è composto da due commissioni: La commissione dei Cittadini di 9 persone così costituita:
1 persona nominata dal Forum Zona Industriale scelta tra i consiglieri del Forum.
1 persona nominata dal Forum Zolino  scelta tra i consiglieri del Forum.
1 persona nominata dal Comitato Cittadini Per la Salute.
6 persone elette dai Cittadini  attraverso apposite elezioni a cui possono partecipare tutti i residenti del territorio Imolese che abbiano compiuto i sedici anni

La commissionedell’Azienda Hera così costituita:
2 persone rappresentanti della direzione aziendale di Hera Imola-Faenza.
1 persona Responsabile del servizio Qualità Sicurezza Ambiente di Hera Imola-Faenza.

 Come è organizzato il Rab? torna su
Il RAB è un organismo autonomo ed indipendente che ha la possibilità di autoregolamentarsi.
Raccoglie le istanze di informazione, comunicazione, chiarimento e approfondimento presentate da cittadini, associazioni e comitati; individua gli argomenti da approfondire per acquisire informazioni circa l’impatto dell'impianto e delle attività e discutere le opportune misure preventive e correttive da assumere; tratta e discute dati, informazioni, conoscenze tecniche e scientifiche attraverso l’ascolto dei diversi punti di vista e tramite l’apporto delle autorità competenti e di esperti esterni.

Il Rab di Imola, per poter approfondire meglio le varie questioni e rendere più efficace il lavoro dell’organismo, ha deciso di dividersi in tre gruppi di lavoro pianificando la loro azione: tecnico, ambientale, sulla comunicazione.

Il gruppo di lavoro tecnico è composto da Stefano Pelliconi, Claudio Righini, Massimo Cavina, Giorgio Bettini,  Alessandro Zanarini. Coordinatore: Alessandro Zanarini. Il programma del gruppo prevede quattro punti:Sorveglianza e verifica, attraverso l’analisi e l’elenco di tutte le prescrizioni legate alla costruzione e all’esercizio dell’impianto, per verificarne la puntuale ottemperanza da parte di Hera; Monitoraggio dello sviluppo del Teleriscaldamento; Analisi dell’iter autorizzativi e realizzativi delle opere di interconnessione della centrale anche promosse da soggetti diversi da Hera, come ad esempio nel caso del metanodotto della Snam; Approfondimenti tecnici al fine di fornire elementi utili di conoscenza per il Rab e dare risposte ai cittadini.  

Il gruppo di lavoro sulle tematiche ambientali/sanitarie è composto da Tonino Mimmi, Roberto Merli, Roberta De Carli, Vittorio Gamberini, Alessandro Zanarini. Coordinatore: Vittorio Gamberini.
L’obiettivo del gruppo è quello di fornire un quadro il più possibile esauriente della qualità dell’aria nel territorio imolese, analizzando tutte le fonti che contribuiscono all’inquinamento e prendendo in considerazione le possibili azioni per il suo contenimento/miglioramento complessivo. In una prima fase si procederà quindi alla raccolta di tutti i documenti utili a fornire le informazioni necessarie, con particolare riferimento agli studi effettuati da Arpa ed Asl.

Il gruppo di lavoro sulla comunicazione è composto da Alberto Zaniboni, Silvano Geminiani, Elena Marchetti. Coordinatore: Alberto Zaniboni. L’obiettivo dei componenti è realizzare una comunicazione sull’attività del Rab il più possibile diffusa, dotandosi di strumenti di diversa natura: sito web, giornalino, incontri pubblici, comunicati stampa. In particolare nel sito web troveranno spazio tutti i documenti a disposizione del Rab, la pianificazione temporale dei lavori di realizzazione dell’impianto e una serie di domande e risposte che semplifichino ai cittadini e a tutte le persone interessate l’approccio a questioni tecniche che spesso risultano complesse.

Per quanto tempo rimane in carica il Rab? torna su
I componenti eletti del RAB rimangono in carica per tre anni, al termine del mandato ci saranno nuove elezioni,  i cittadini con il loro voto potranno scegliere i candidati che  faranno parte del RAB per i successivi tre anni. 
I componenti elettivi del RAB sono rieleggibili per non più di due mandati consecutivi.

 Come è regolamentato l'accesso al cantiere della centrale di cogenerazione in via Casalegno? torna su
Per seguire i lavori della costruzione del nuovo impianto sono state definite all’interno del Rab le modalità di accesso al cantiere di via Casalegno. Non c’è un numero predefinito di visite, ma, sulla base del calendario generale dei lavori i componenti del Rab le effettueranno ogni qualvolta inizi una fase nuova del cantiere. Ciò garantirà la massima trasparenza nei confronti dei cittadini lungo tutto l’iter dei lavori. I componenti hanno libero accesso all’area, con un preavviso sufficiente ad organizzare la visita e predisporre un accompagnatore di Hera, facendo salve eventuali esigenze legate al funzionamento del cantiere. Una volta ultimati i lavori delle opere murarie, l’accesso all’impianto in costruzione, nonché in successivo funzionamento, sarà meno vincolato e regolato da nuovi accordi da definire in funzione delle mutate norme di sicurezza. I componenti che si recano in visita devono poi redigere un resoconto da illustrare agli altri componenti del Rab che verranno così informati sull’attività svolta e su tutto il materiale acquisito.

Che cos’è la centrale? torna su
L’impianto in costruzione è una centrale di cogenerazione a ciclo combinato da 80 Mega Watt ad alto rendimento, per la produzione di energia elettrica e termica.

Cos’è la cogenerazione? torna su
Col termine cogenerazione si indica la produzione combinata in un unico processo di energia elettrica ed energia termica. Si tratta, in sostanza, di un sistema nel quale a partire da un combustibile (il metano, nel caso della centrale di Imola) si produce energia elettrica e il calore derivante da tale processo invece di essere sprecato, come nella produzione tradizionale di elettricità, viene riutilizzato per uso industriale o condizionamento ambientale (riscaldamento, raffreddamento).
La produzione combinata può incrementare l’efficienza di utilizzo del combustibile fossile fino ad oltre l’80%; a ciò corrispondono minori costi e minori emissioni di inquinanti e di gas ad effetto serra, rispetto alla produzione separata di elettricità e di calore.
(tratto da www.wikipedia.org, www.governo.it, www.rinnovabili.it)

Che cosa sono le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria? torna su
La pronuncia di compatibilità ambientale (emessa dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, con il Decreto 142 del 15/2/2006) prescrive la predisposizione di un piano di monitoraggio della qualità dell’aria, con l’aggiunta alla rete già esistente a Imola di due ulteriori stazioni che dovranno entrare in funzione prima dell’avvio dei lavori. In accordo con il Comune di Imola, Arpa e il Nucleo tecnico per la valutazione dell’inquinamento atmosferico provinciale, le due centraline sono state acquistate da Hera e posizionate in via Carpe e in Piazza Romagna. Le centraline sono entrate in funzione nel mese di maggio 2007 e la loro gestione è affidata ad Arpa che effettua il monitoraggio quotidiano dei dati relativi a NOx, CO e PM10, PM 2,5, CH4 – NMHC, CO2.
I dati delle centraline sono aggiornati quotidianamnete sul sito del Comune di Imola alla pagina http://temi.comune.imola.bo.it/ambiente/centralineArpa/index.cfm

Quanta acqua consumerà la centrale di cogenerazione di Imola? torna su
L’Autorizzazione Integrata Ambientale impone un limite ai consumi idrici sia per gli anni transitori (2009-2012) sia per l’anno a regime (2013) ed indica un consumo massimo per il periodo estivo al fine di limitare l’emissione delle torri evaporative (vedi tabella seguente).
 

 

Anno

Metri cubi annui autorizzati

Metri cubi annui autorizzati periodo maggio-settembre

2009

390.000

183.300

2010

350.000

164.500

2011

300.000

141.000

2012

280.000

131.600

2013

255.000

119.850

Il consumo annuo della nuova centrale è in parte controbilanciato dalla riduzione del consumo di acqua derivante dalla chiusura della centrale di Montericco, attualmente pari a 233.000 metri cubi all’anno. La potenza termica da dissipare nelle torri ibride subirà una riduzione durante il transitorio, così come il consumo idrico conseguente, grazie all’estendersi della rete di Teleriscaldamento/raffreddamento che distribuirà ai cittadini l’energia recuperata, invece di disperderla direttamente nell’ambiente.
Va tenuto in considerazione il fatto che si fa utilizzo di acqua dell’acquedotto industriale, qualitativamente meno pregiata dell’acqua utilizzata dalla centrale Montericco, che proviene invece dall’acquedotto potabile cittadino.
In merito alla possibilità di ridurre il consumo di acqua con l’utilizzo di differenti tecnologie, va segnalato che rispetto al progetto iniziale, la scelta progettuale finale di una torre ibrida secco/umido ha permesso una riduzione del consumo di acqua.
L’analisi delle migliori tecniche disponibili, effettuata anche dalla Provincia nell’AIA, evidenzia le seguenti differenze di impatto dei diversi sistemi di raffreddamento:
 

 

Energia

Acqua

Torre umida

Rilevante

Rilevante

Torre ibrida

Rilevante

Basso

Torre a secco

Molto Rilevante

Irrilevante

Ulteriore elemento di differenza tra le scelte impiantistiche è rappresentato dal rumore, più elevato nei sistemi di raffreddamento a secco.
Le differenze in termini di energia utilizzata ed acqua consumata si possono indicativamente riassumere nella seguente tabella:

 

Energia

Acqua

Torre umida

7.000 MWh/anno

800.000 mc

Torre ibrida

7.500 MWh/anno

390/255.000 mc

Torre a secco

15.000 MWh/anno

30.000 mc

(comunque necessari al reintegro dell’acqua nel circuito di raffreddamento)

Nel caso della centrale di Imola la scelta impiantistica è stata orientata sull’ottimizzazione energetica con un conseguente maggior consumo di acqua. Tale scelta sarà monitorata attraverso la verifica di un parametro in grado di rappresentare l’efficienza energetica del sistema di raffreddamento, tale parametro, inserito nell’AIA, mette in relazione il consumo di acqua con l’energia dissipata al fine di confrontarlo con il dato indicato in letteratura per le migliori tecniche disponibili.

Che cosa sono? torna su

NO2/NOx
Gli ossidi di azoto (nome comune per monossido –NO– e biossido –NO2- di azoto) sono sostanze che in aria si trasformano continuamente l’una nell’altra e vengono misurate come ossidi di azoto complessivi. L’ossido di azoto è emesso da qualunque processo di combustione ed è particolarmente difficile abbatterlo negli impianti piccoli, cioè nei motori delle automobili e negli impianti di riscaldamento residenziali, mentre è relativamente più facile adottare efficaci sistemi di abbattimento nei grandi impianti. Infatti, mentre nelle attività produttive si è osservata negli anni una consistente riduzione di emissioni, altrettanto non si è verificato per le auto e per il riscaldamento, indipendentemente dal combustibile. Ciò significa che il contributo percentuale della mobilità e degli impianti di riscaldamento alle emissioni complessive è salito fino al 70% circa nel territorio provinciale. Gli ossidi di azoto hanno elevate capacità reattive e contribuiscono attivamente alla formazione di inquinanti secondari.
(tratto da “Tutta l’aria del 2006” Provincia e Comune di Bologna - 2007)

Che cosa sono? torna su

CO/CO2
Il carbonio, che costituisce lo 0,08% della crosta terrestre, si trova in natura sia allo stato elementare sia allo stato combinato negli idrocarburi, nel calcare, nella dolomite, nei carboni fossili, ecc… Il carbonio è in grado di legarsi chimicamente con l’ossigeno formando due composti (ossidi): il monossido di carbonio (CO) ed il biossido di carbonio (CO2). Il monossido di carbonio è l’inquinante gassoso più abbondante in atmosfera, l’unico per il quale l’unità di misura delle concentrazioni è il milligrammo al metro cubo (mg/m3). E’ un gas inodore e incolore e viene generato durante la combustione di materiali organici quando la quantità di ossigeno a disposizione è insufficiente.
La principale sorgente di CO è rappresentata dal traffico veicolare (circa l’80% delle emissioni a livello mondiale), in particolare dai gas di scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione di CO emessa dagli scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore; si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e rallentato.
(tratto da “Tutta l’aria del 2006” Provincia e Comune di Bologna - 2007)

Che cosa sono? torna su

PM10
L’attenzione verso l’inquinante PM10 (diametro inferiore ai 10 micron) è cominciata verso la fine degli anni ’90, quando si è cominciato a distinguere tra diversi tipi di articolato: grossolano (polvere visibile con tendenza a ricadere nelle vicinanze del punto di emissione) e polvere “fine” e “ultrafine”, non visibile, con caratteristiche di aerosol e dunque diffusività elevata e grande capacità di essere respirata e di penetrare nell’apparato respiratorio. Si è rapidamente compreso che molte delle convinzioni valide per il articolato grossolano (quello che si vede ad occhio nudo) non valgono per le polveri fini; il PM10 presenta grande omogeneità spaziale, non ricade al suolo in presenza di pioggia a mano che non sia molto intensa, ha una forte dipendenza dalle condizioni meteorologiche che possono portare a notevoli picchi giornalieri. Ci si è trovati perciò a governare un inquinante diventato molto rapidamente l’inquinante guida di questi anni, avendone da un lato una conoscenza scientifica incompleta, e dall’altro un comportamento osservato decisamente nuovo. Ciò ha comportato, e tuttora comporta, difficoltà comunicative verso gli enti, per indirizzare le azioni di risanamento, e verso i cittadini per far cogliere le differenze con il più tradizionale particolato totale sospeso.
(tratto da “Tutta l’aria del 2006” Provincia e Comune di Bologna - 2007)

PM2,5
Analogamente al PM10, il PM 2,5 è costituito da polveri con diametro equivalente inferiore a 2,5 micron (2,5 millesimi di millimetro). Si tratta perciò di materiale estremamente piccolo e leggero, che si muove come un gas. La miscela di aria e particolato  così fine costituisce l’aerosol atmosferico, con caratteristiche di grande diffusività nello spazio, in grado di trasportare queste sostanze anche molto lontano dal luogo di origine e di rendere le concentrazioni estremamente omogenee. Questa frazione del articolato entra in gioco anche nelle reazioni secondarie, da cui trae una quota importante delle concentrazioni misurate. Il PM 2,5 viene generato dai processi di combustione, dalle abrasioni (freni, pneumatici, asfalto), dal sollevamento o risollevamento di polvere o terra, dalla frantumazione di particolato di granulometria maggiore, dalle reazioni secondarie in atmosfera. Il materiale particolato (PM 10 e PM 2,5) viene generato dai processi di combustione e anche da sorgenti naturali, e in seguito subisce numerose trasformazioni in aria che portano ad aumentare di molto le concentrazioni misurate. Queste trasformazioni sono note come “formazione secondaria”, e vi contribuiscono anche altri inquinanti tra cui ossidi di azoto e composti organici, oltre alle condizioni meteorologiche (temperatura, umidità, grado di insolazione). I processi di formazione secondaria possono fare aumentare anche di 2 o 3 volte la concentrazione in aria. Oggi non esiste ancora un limite normativo per le concentrazioni di PM 2,5. La proposta attualmente allo studio della Commissione Europea prevede un limite a regime (dal 2015) di 20 µg/m3.
(tratto da “Tutta l’aria del 2006” Provincia e Comune di Bologna - 2007)




DOCUMENTI
CONVOCAZIONI E VERBALI DEGLI INCONTRI DEL RAB
scrivi @
COMUNICATI STAMPA
IL RAB SCRIVE
 Per info e appuntamenti
Rab Imola - via Tinti, 1 (presso Centro Sociale Zolino) - 40026 Imola (BO)
e-mail info@rabimola.it
Iscriviti alla NEWSLETTER
del R.A.B.
LINKS
HOME >
risoluzione ottimale 1024 x 768
Document made with Nvu